venerdì 8 ottobre 2010

Della fenomenologia dell'ATAC

Per varie motivazioni, più o meno ragionevoli, passo gran parte della mia giornata a bordo di alcuni particolari, spesso puzzolenti, distrutti e molto rumorosi, container con le ruote, che il genere umano si ostina a definire benevolmente "autobus"  o più generalmente "mezzi pubblici"( per la palese vicinanza estetica e olfattiva con gli altrettanto noti "bagni pubblici").
Le caratteristiche che non sopporto degli autobus non sono la temperatura che si crea all'interno (mai accettabile: artica nel caso ci sia l'aria condizionata sparata sulle cervicali dei passeggeri, vulcanica in tutti gli altri casi, quando la semplice operazione di apertura di un finestrino diventa degna delle attezioni dei 4 nerd di The Big Bang Theory per la sua difficoltà), nemmeno le gomitate nelle costole, che di solito sono appannaggio esclusivo delle signore anziane, che da deboli esserini si trasformano in Mr. T dell'A-Team; non mi sconvolgono l'olezzo altrui, i ritardi, lo stile di guida degli autisti (tutti iscritti di diritto alla Parigi - Dakar, è evidente), la pioggia che entra da ogni pertugio possibile durante i brevi ma intensi temporali romani.
Sarei disposta ad accettare in religioso silenzio tutto questo...se solo non dovessi sorbirmi quasi tutti giorni la classica discussione inutle che ha questo incipit: "Ma è assurdo! Guardi questo come guida...e quanto abbiamo aspettato?Ero alla fermata da almeno un'ora (si certo, manca solo che mi dici di aver montato una canadese). E poi si aspettano anche che la gente paghi il biglietto, e non assicurano il servizio! I controllori non ci sono mai (ma grazie al cielo, signora!), si vede che si mettono a chiacchierare da qualche parte e non lavorano!"
Altro filone: "Mica si alzano per dare il posto alle persone anziane! Se l'avessi fatto io all'età loro mia madre mi avrebbe riempito di botte (posso sempre rimediare)...ecco perchè il paese va come va, con queste nuove generazioni (ma  se i nostri governanti hanno l'età media del profeta Abacuc?!)"
E via discorrendo. Appello: non mi interessano le vostre opinioni, non voglio interagire, non vi darò ragiose solo perchè così prevede la convenzione sociale della sfuriata in autobus; se incontrate una ragazza immersa in un libro o con le cuffiette alle orecchie, con gli occhiali, la faccia un pò scazzata, carica come un mulo di borse, borsine, borselli e buste del cazzo....abbiate pietà, NON LA INTERPELLATE!